DUO dei Cantastorie formato da:
GIULIANO PIAZZA (338 7780627) fisarmonicista, cantante, dicitore, suona
l’ocarina, figlio del “mitico” Marino Piazza re dei cantastorie dell’Emilia e Romagna.
GIULIANO GAMBERINI chitarrista, cantante, cabarettista, dicitore,
da sempre nella musica, nel teatro, nello spettacolo.
Lo spettacolo del DUO DEI CANTASTORIE è composto di musica.......
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IL CANTASTORIE
, fin dai tempi più antichi, era colui che andava in giro a cantare e
declamare le sue “storie” per paesi e città.
Abbiamo notizie di cantastorie in attività già dalla metà dell’800 in Emilia, Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia, Liguria, Sicilia.
Proviamo a spiegare com’era il modo di lavorare di un cantastorie: egli di solito si fermava in una piazza, all’angolo di una strada, in un
mercato, dove c’era tanta gente di passaggio e lì incominciava a cantare, a suonare, a esibire i suoi fogli e i suoi cartelloni e tutti si
radunavano ad ascoltare e a guardare. Intorno al cantastorie quindi si formava il “treppo”,
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La tradizione dei cantastorie è millenaria, affonda le radici nei
secoli perché è una esigenza innata nell’uomo quella di raccontare e di fare spettacolo. Essere cantastorie vuol dire CANTARE PER
RACCONTARE, PER COMUNICARE I FATTI, GLI AVVENIMENTI, LE IDEE, LE OPINIONI di oggi, di ieri, di sempre. Il modo di essere dei
cantastorie è quindi più che mai attuale.
Il cantastorie GIULIANO PIAZZA continua questa tradizione avendo ereditato l’arte dal
padre MARINO PIAZZA, ultimo grande rappresentante della vecchia tradizione dei cantastorie padani, e la fa rivivere nella realtà
attuale.
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GLI SPETTACOLI
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Caratteristiche dello spettacolo dei CANTASTORIE
Il modo di fare spettacolo dei cantastorie non è studiato, non segue uno schema fisso, ma nasce nel momento
in cui c’è il contatto col pubblico, in base alla situazione, al luogo, alle esigenze dello spettacolo. Con l’esperienza che ha il
cantastorie cerca di adeguarsi alle circostanze, di catturare l’attenzione di chi gli sta davanti e questo lo fa senza seguire uno schema ma
improvvisando col suo stile personale e con i mezzi che ha a disposizione.
Parlare in rima, introdurre argomenti attuali è
coinvolgente; la musica viene usata come attrazione e anche come intermezzo tra una storia e l’altra. Anche l’abbigliamento fa
scena: per esempio il bolognese Ragni si metteva in testa una tuba con una 'saracca' infilata sopra 'simbolo della miseria' diceva lui; Piazza
Marino aveva in testa una bombetta nera ornata con una striscia disegnata e riusciva a far ballare il cappello in testa con in muscoli
della fronte e diceva: 'Finchè si muove il cappello il mondo è sempre più bello'. Prendere in giro la ricchezza e la miseria era, anche in
passato, un modo per sorridere sulla condizione umana e sui problemi della vita. Tutto è legato quindi alla personalita' del cantastorie,
all’affiatamento se lavora in gruppo e al repertorio che ha a disposizione. Seguire e assecondare le reazioni del pubblico, trovare
gli argomenti più adatti, parlare con un linguaggio chiaro ed espressivo di fatti e sentimenti che toccano da vicino facendone
poesie, drammi, canzoni: è la ricetta di sempre.
Per maggiori informazioni cell: 338 7780627 - mail: info@italvox.com
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